L'idea geniale è stata la seguente: non andiamo il giorno del Palio che c'è troppo casino, andiamo il giorno dopo.
Che c'è lo stesso casino, ovviamente.
Un'ora e mezza per trovare un posto auto libero.
Un'ora e mezza in cui più volte ho scritto alla Vale (che mi aspettava in hotel) "dai, divertitevi, io torno a Milano. Ricordatevi i ciaccini davanti a Nannini. Dì alla Tilda che l'ho amata tantissimo".
Tutto è bene quel che finisce bene: parcheggio trovato a due minuti dall'hotel e subito di corsa a cercare cibo.
Taglieri di affettati e formaggi e due piatti enormi di pici ci hanno dato il benvenuto in città.
Giusto il tempo di pranzare e subito di corsa in hotel perché, tra caldo e bestemmie per la ricerca del parcheggio, ero leggermente provato.
La suite all'ultimo piano, dove abbiamo potuto godere del letto più comodo e grande di sempre (la foto della Tilda non permette di capire le vere dimensioni, ma vi assicuro che era infinito), ci ha permesso di assistere anche a parte dei festeggiamenti dell'Onda, visto che i contradaioli son passati più volte sotto alle nostre finestre (c'è anche da dire che, a un mese di distanza dalla vittoria, amici mi hanno riferito di gente dell'Onda ancora in giro a festeggiare come se avessero vinto il giorno prima. Che bellezza).
L'hotel è in una posizione comodissima: non è lontano da Piazza del Campo (10 minuti a piedi, ma alla fine nessun posto è mai veramente lontano da Piazza del Campo); dietro l'angolo c'è la basilica di San Domenico con relativo belvedere per scattare le migliori foto panoramiche della città; dietro l'altro angolo o quasi c'è il consorzio agrario dove ogni volta lascio un rene per comprare tonnellate di pici, sughi, panforte e affettati vari.
Tutta questa vicinanza al centro l'abbiamo sfruttata al massimo: visto il caldo infernale durante la nostra visita, ogni occasione era buona per "andiamo a riposarci? Dai, un'oretta e poi usciamo ancora".Cosa preferita dell'hotel (dopo il letto)? La colazione.
L'aggettivo giusto credo sia "esagerata".
C'era davvero di tutto. Ho apprezzato soprattutto l'abbondante selezione di focacce, affettati e formaggi e le seicento brioche diverse. Per i palati più raffinati (tipo il mio, insomma) c'era pure un'ampia scelta di centrifughe con le combinazioni più assurde, tipo panda e sedano, zenzero e colibrì, cocco e menta (mmm, cocco e menta... devo provarlo).
Ovviamente il cibo ha avuto un ruolo da protagonista incontrastato anche al di fuori dell'hotel: non solo ciaccini, ma anche carnazza, formaggi, crostini e pici. Anche questa volta non son riuscito a mangiare una fiorentina, ma prima o poi ce la farò.
Posto consigliatissimo: il Ristorante Particolare. Lo abbiamo trovato nel modo più banale: controllando Tripadvisor o The Fork (la nostra prima scelta, il Carroccio, aveva in vetrina il cartello "Chiuso per vittoria" e chi siamo noi per opporci a tale scelta?), abbiamo prenotato (dio benedica The Fork) e ci siamo presentati vestiti come sempre, scoprendo di trovarci in un posto abbastanza pettinato.
Fortunatamente Tilda era elegantissima. E coccolatissima da tutti i camerieri.
Noi siamo stati invece coccolati da alcuni dei piatti più buoni della nostra vita.
Se passate da Siena fateci un giro, ne vale davvero la pena.
Informazione fondamentale, soprattutto se avete bimbi piccoli e li portate in giro col passeggino: alcune vie sono talmente in salita - e in discesa - che arriverete morti ma, al culmine di ogni salita, c'è quasi sempre un ristorante che potrà ripagare la vostra fatica.
Siena è sempre una delle mie cinque città italiane preferite e questa nuova visita ha solo rinforzato questa opinione.
Adesso voglio tornarci in inverno, perché i 40° di agosto son stati davvero la morte morta.
Ah, sulla strada del ritorno ci siamo fermati anche a Monteriggioni, un posto che avevo sempre visto o dalla superstrada o in Assassin's Creed 2: tappa obbligatoria, perché è oggettivamente un gioiellino medievale, ma ricordatevi di portare dei contanti, perché l'unico parcheggio potrete pagarlo solo così.
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